

Dal 20 giugno al 5 luglio 2025, la galleria Artistikamente (via Porto al Borgo 18) a Pistoia ospita la personale di Elisabetta Sonda intitolata My English Garden. Fin dal titolo, la mostra – che si compone di oltre trenta opere – invita a scoprire il luogo che per l’artista, olandese di nascita e italiana di adozione, è “fonte inesauribile di energia e ispirazione” come lei stessa afferma. Si tratta, appunto, del suo giardino inglese, “disordinato, rigoglioso e sorprendente” – aggiunge – ma soprattutto capace di smuovere in lei emozioni profonde, di farla “sognare ad occhi aperti” e “toccare il cielo con un dito”. In altre parole, un luogo del cuore dove coltivare memorie e sogni. In questo angolo di natura c’è tutto quello di cui l’artista ha bisogno per dipingere: forme e colori, senz’altro, ma anche odori e suoni, stimoli utili a coinvolgere i sensi ma anche a mettere in moto l’immaginazione. Sbocciano, in questo giardino, fiori mai visti, dall’aspetto bizzarro, dai colori improbabili, con erba “matta” tutt’intorno e piante dalla strana foggia che sembrano creature primordiali.
«È una natura, al tempo stesso, autentica e d’invenzione, vista con gli occhi e riformulata con la fantasia, in un passaggio che cambia sensibilmente le cose, attribuendo loro un nuovo significato» scrive la curatrice Daniela Pronestì che aggiunge: «L’english garden di Elisabetta Sonda non è uno spazio fisico ma un luogo della mente; vi si riconoscono fiori, piante, aiuole, vasi, ma non si tratta più “soltanto” di natura: ci sono anche sogni, emozioni e ricordi tra i germogli di questo giardino. E, ancora prima, c’è un tempo “magico”, sospeso, impossibile da misurare, quello in cui la realtà – vista e vissuta nella quotidianità domestica – riposa nei pensieri della pittrice, e lì rimane fintanto che non arriva l’istante perfetto, il momento in cui il pennello, intinto di colore, incontra la superficie del dipinto, e inizia ora una danza, ora un dialogo, ora persino una lotta, per far nascere un’immagine che riunisca, in un tutto armonico, natura e sentimento, memoria e desiderio».
Siamo nell’ambito di una pittura che lascia spazio all’intuizione soggettiva, alla libera interpretazione, alla possibilità di credere che siano foglie, radici e limoni quelli rappresentati, o che ci siano acqua e cielo a fare da sfondo in queste scene, ma anche a non vedere tutto questo, a soffermarsi soltanto su forme, linee e colori come elementi di un linguaggio astratto. «Del resto – chiarisce la curatrice – entrambe le letture sono possibili, perché la natura, che pure c’è ed è riconoscibile in questi dipinti, viene passata al setaccio dell’interiorità, che filtra, scandaglia, soppesa, per generare un racconto nuovo. È una natura che si rivela dall’interno, un giardino nascosto nel profondo, ma non per questo meno “reale” di quello che l’artista ha davanti gli occhi quotidianamente. Anche in questo giardino, infatti, le stagioni passano, la luce scalda, l’acqua irriga la terra: ogni cosa ha il posto e il ruolo che deve avere. Quello che cambia è che le stagioni sono la vita, la luce il sentimento, l’acqua la memoria».
Nata in Olanda, a Rotterdam, dove vive fino al completamento degli studi superiori, nel 1970 Elisabetta Sonda si stabilisce a Milano dove consegue il diploma di Interior Designer e studia l’arte del colore sotto la guida di Augusto Garau (MAC). Si avvicina alla pittura cominciando a dipingere su seta e dal 2000 dipinge su tela usando di preferenza olio, meno frequentemente acrilico. I suoi temi preferiti sono i fiori, i giardini, l’acqua, lo still life, sviluppati verso l’astratto con segni e colori unici del suo vocabolario personale. Ha partecipato a numerose mostre collettive e fiere soprattutto a Genova e nel 2023 ha tenuto una personale a Chiavari, dove attualmente vive. Negli ultimi anni ha seguito diversi workshop sia in presenza che online, tra USA, Olanda e Inghilterra. È stata insignita del premio mostra alla XLI edizione del Premio Firenze.
www.elisabettasonda.com