A metà tra arte concettuale, pop art e new dada, la ricerca artistica di Vincenzo Gualano muove dalla pittura su tela o su altri inconsueti supporti come la corteccia d’albero a complesse composizioni/ installazioni di più oggetti e materiali assemblati in modo da esprimere un punto di vista irriverente sul vivere contemporaneo. Andare contro le regole, infrangerle e riscriverne di nuove del tutto personali sono alcuni degli obiettivi del giovane eppure già “navigato” artista, il cui percorso è stato in questi anni un continuo divenire di esperienze sempre più indirizzate alla sperimentazione spesso “estrema” di nuovi medium e linguaggi. Memore della lezione duchampiana, Gualano intercetta e ribalta i contenuti veicolati quotidianamente dalla tv e dal web per dimostrare come questi abbiano effetti devastanti sullo stile di vita soprattutto delle nuove generazioni, sui rapporti umani, sul senso critico degli individui. Traslare sul piano artistico simboli ormai divenuti iconici come i “like” o gli emoji equivale quindi a smascherare i meccanismi subdolamente coercitivi di un sistema di comunicazione che manipola chi ne fa uso, illudendolo di esserne invece il “protagonista”. Un sistema di cui Gualano stesso fa parte e che tuttavia “manipola” artisticamente per riportare, proprio attraverso la creatività, l’attenzione sull’uomo, sulla sua identità e unicità rispetto alle dinamiche omologanti di una società che ci vorrebbe invece tutti uguali ed asserviti alla logica del consumismo commerciale e del conformismo culturale.
[Daniela Pronestì]