Silvio Zago è nato a Cavarzere, dove vive e lavora. Le opere di Silvio Zago invitano a sospendere lo sguardo sul crinale che divide realtà e astrazione come dimensioni speculari all’interno di un soggetto − il paesaggio naturale − dove il vedere con gli occhi corrisponde al sentire con l’emozione. Più che uno spazio reale e fisico, il paesaggio è per Zago il luogo di una rivelazione, dell’apparire inatteso, attraverso le stesure larghe o frammentate del colore, di presenze nascoste nel cuore dell’immagine. Se è vero, come sosteneva John Constable, che il pittore vede nella natura soltanto ciò che conosce, nel caso di Zago l’ambiente naturale diventa tramite di memorie, sensazioni, spunti fantastici e di tutto quanto abita nel pensiero dell’artista, nella sua anima profonda. Dipingere ciò che sta fuori per fare emergere ciò che sta dentro: è così che realtà ed emozione si sovrappongono, popolando l’immagine di suggestioni che, ispirate dalla natura, vengono rielaborate interiormente dall’artista. Nascono così paesaggi in cui il non detto conta più di ciò che viene apertamente rappresentato, lasciando spazio all’immaginazione, all’avventura dello sguardo mentre si lancia alla ricerca di dettagli appena intuibili nelle diluizioni del colore. Sottrarsi ad una descrizione puntuale della natura serve a Zago per fare affiorare dall’immagine un’altra verità, non più legata al mondo reale ma alla capacità della pittura di spingersi oltre il volto apparente delle cose per indagarne il senso profondo e nascosto.
[Daniela Pronestì]