Artista

PIERO SCANDURA

BONACCIA 1   2019

BONACCIA 1 2019

dimensioni: 34 x 34 cm
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BONACCIA 4   2019

BONACCIA 4 2019

dimensioni: 34 x 34 cm
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BONACCIA 5   2019

BONACCIA 5 2019

dimensioni: 34 x 34 cm
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BONACCIA 12   2019

BONACCIA 12 2019

dimensioni: 34 x 34 cm
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ROOMS AND SEA 3   2020

ROOMS AND SEA 3 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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DELL'INGANNO CHE SI RICEVE

DELL'INGANNO CHE SI RICEVE

dimensioni: 60 x 60 cm
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FERMEZZA E MOVIMENTO

FERMEZZA E MOVIMENTO

dimensioni: 60 x 60 cm
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ORIZZONTE SPECCHIATO  1   2019

ORIZZONTE SPECCHIATO 1 2019

dimensioni: 100 x 120 cm
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ORIZZONTE SPECCHIATO  2   2019

ORIZZONTE SPECCHIATO 2 2019

dimensioni: 100 x 120 cm
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ROOMS AND SEA 1   2020

ROOMS AND SEA 1 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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ROOMS AND SEA 4  2020

ROOMS AND SEA 4 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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ROOMS AND SEA 5  2020

ROOMS AND SEA 5 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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ROOMS AND SEA 8  2020

ROOMS AND SEA 8 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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ROOMS AND SEA 9  2020

ROOMS AND SEA 9 2020

dimensioni: 34 x 34 cm
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PIERO  SCANDURA

Le opere di Piero Scandura invitano alla scoperta di uno spazio che potremmo definire “la stanza dell’artista”. Qualcosa di diverso dallo studio dove vengono dipinte le opere. Questa stanza, in effetti, è un luogo della mente in cui trovano posto, insieme ai mobili e agli altri oggetti, sogni, pensieri, visioni. Sembrano schermi sui quali scorrono immagini tra loro prive di un legame logico – cosa accomuna una comoda poltrona di design con il modellino di una barca a vela? – eppure segretamente in dialogo l’una con l’altra. Un artificio visivo che ricorda soltanto in apparenza quello della pittura surrealista, perché quello posto in essere da Scandura è un meccanismo più mentale e sottile che disattende le convenzioni visive dell’osservatore per indurlo ad una nuova e più profonda comprensione dell’immagine dipinta. Questi ambienti, replicati in più varianti di colore con altrettanti oggetti – poltrone, tavolini, lampade, vasi con fiori – a connotarli, compongono nel loro insieme una tautologia, ovvero un discorso nel quale il reiterarsi dello stesso soggetto trasforma quest’ultimo in un concetto ambiguo, misterioso, aperto a più chiavi di lettura. In altre parole, Scandura ribalta il principio di identità, in base al quale una stanza è una stanza e quindi ogni enunciato è uguale a se stesso, per ricordarci che le cose possono avere molti più significati di quelli che comunemente attribuiamo loro. Ecco perché più le osserviamo, queste stanze, e più ci accorgiamo che sono altro rispetto a ciò che sembrano: un paesaggio marino, un giardino fiorito, una composizione astratta di forme geometriche. Una stanza non è soltanto una stanza, dunque, ma può essere tutto quello che l’immaginazione dell’artista per primo, e poi anche la nostra, vorrà vederci, superando così i limiti di una visione stereotipata.

[Daniela Pronesti']

www.pieroscandura.com

https://youtu.be/-qgoQ5oEZe0