Artista

LUCIANO BARALE

I SEGNI DEL TEMPO, 1981

I SEGNI DEL TEMPO, 1981

dimensioni: 37 x 32 cm
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EQUILIBRIO, 2018

EQUILIBRIO, 2018

dimensioni: 30 x 20 cm
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EQUILIBRII, 2019

EQUILIBRII, 2019

dimensioni: 51 x 31 cm
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CASSETTO, 2011

CASSETTO, 2011

dimensioni: 30 x 20 cm
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LA MORTE DELLA PITTURA

LA MORTE DELLA PITTURA

dimensioni: 14 x 14 cm
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OBLO'

OBLO'

dimensioni: diametro 40 cm
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ONDE, 2010

ONDE, 2010

dimensioni: 48 x 42 cm
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LUNA ROSSA

LUNA ROSSA

dimensioni: 68 x 68 cm
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FALCE DI LUNA, 2016

FALCE DI LUNA, 2016

dimensioni: 68 x 68 cm
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EQUILIBRIO INSTABILE, 2009

EQUILIBRIO INSTABILE, 2009

dimensioni: 70 x 70 cm
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DIAGONALI IN ROSA

DIAGONALI IN ROSA

dimensioni: 68 x 68 cm
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CASSA NERA CON EQUILIBRII, 2013

CASSA NERA CON EQUILIBRII, 2013

dimensioni: 76 x 50 x 20 cm
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CONTENITORE, 2011

CONTENITORE, 2011

dimensioni: 26 x 32 x 15 cm
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ARCOBALENO, 1999

ARCOBALENO, 1999

dimensioni: 98 x 48 x 10 cm
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LUCIANO BARALE

L’idea del recupero di materiali prelevati nel quotidiano assume, nell’opera di Luciano Barale, il valore di un’operazione allo stesso tempo “etica” e poetica, nella misura in cui recuperare significa anzitutto contrapporre all’ipertrofia consumistica la riqualificazione estetica dell’oggetto. Quella posta in essere da Barale, infatti, è una risignificazione dei materiali sia attraverso le modalità del ready - made o dell’object trouvé di matrice surrealista, e quindi con una “presentazione” dell’oggetto in tutta la sua risonanza simbolica − si pensi ai tubetti di colore spremuti e posti al centro del supporto come emblemi di un’esperienza pittorica ormai esaurita nelle sue modalità tradizionali −, sia attraverso tecniche di assemblage, rielaborazione e trasformazione dei materiali all’interno di opere astratto-geometriche, paesaggi d’invenzione o composizioni che rimandano alla natura. In entrambi i casi, l’oggetto vive una seconda vita nella quale all’originale funzione subentrano valori artistici come forma, colore e segno. Un modo di fare arte, quindi, abbandonando l’illusionismo della rappresentazione pittorica e servendosi della “realtà” per avviare una riflessione sull’autentica natura delle cose, sul loro significato e sul lavoro dell’artista. Il concetto stesso di “quadro” come oggetto unitario e formalmente compiuto viene in larga parte superato per trasformare la cornice in un contenitore di frammenti, di singole parti assemblate dall’artista in modo da mostrare la verità delle cose anziché limitarsi ad imitarla.   

[Daniela Pronestì]

https://youtu.be/Fgi1g0hAYSs