SINTESI DI LUOGHI - SALVATORE MAGAZZINI

Sintesi di luoghi – Mostra personale di Salvatore Magazzini

In oltre cinquant'anni di lavoro Salvatore Magazzini ha evidenziato una grande continuità pur nella sperimentazione tecnica e linguistica. Nei primi anni '60 è partito da una figurazione ove la percezione è condizionata dalle emozioni e la loro restituzione visiva viene offerta al pubblico (ma io direi alla collettività) come strumento catartico per rivivere condizioni psicologiche, sentimenti, finanche passioni. Schematizzando diremmo una figurazione espressionista. Progressivamente si è concentrato su aspetti strettamente linguistici: ricercare equilibri di forme, colori e segni in composizioni che costituivano frammenti di un mondo impossibiule da descrivere e spiegare nella sua totalità, ma di cui ogni porzione potesse esprimere la legge ordinatrice. E perchè tale ricerca non sia distratta dall'occasionalità del soggetto, Salvatore si è concentrato su una tipologia di immagini che sarebbe limitativo definire paesaggio bensì immagini di luoghi. Cielo, orizzonte, architetture, mezzi meccanici e uomini in declinazioni geografiche ed etnograficamente diverse sono pretesti, non di documentazione antropologica, quanto di ricerca di una sintesi di visione unitaria del creato.

Dal nastro continuo della sua produzione artistica Salvatore ci regala un mondo di equilibri precari, ma possibili, in continuo divenire e trasformazione, ma di cui abbiamo la possibilità di cogliere la progressione attuativa e, al contempo, il dovere morale di raggiungerlo. Perchè attraverso semplificazioni e geometrizzazioni, velature e stratificazioni successive i dettagli si perdono (così come nella nostra memoria) e con essi gli aspetti più contingenti, i piccoli drammi della quotidianità si smorzano per lasciare il posto agli equilibri dell'insieme e quindi ad una riflessione di sistema. Immagini per la meditazione, per aiutarci a prendere coscienza della nostra capacità di esser in equilibrio con gli altri e con il mondo. Un messaggio tutto considerato semplice e diretto che vuol farsi comprensibile ai più e che quindi sperimenta, senza avanguardismi esasperati, la ricerca di un linguaggio condivisibile. È proprio il tentativo di una condivisione allargata che lo porta ad esser sensibile a tante sperimentazioni contemporanee senza farsi stravolgere, senza recidere la continuità linguistica con il passato. Ecco quindi che innovazione nella continuità, alla ricerca di un linguaggio condiviso e non individualista può essere la chiave di lettura di tutto il lavoro di Magazzini.    

Roberto Agnoletti

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