HEAD FOR THE FLOWER SEASON

Dal 2 al 16 settembre 2023 la galleria Artistikamente di Pistoia (via Porta al Borgo 18) ospita la mostra di Artone Huang Cheng Yuan, celebre artista del Taiwan che per la prima volta espone in Italia con una personale. Promossa dalla King Space Gallery del Taiwan e da Artistikamente Art Gallery in collaborazione con la Fattoria Betti e curata dalla storica e critica d’arte Daniela Pronestì, la mostra vede riunite venti opere – disegni e pittura su carta o su tela e stampe – che restituiscono uno spaccato sulla ricerca di Huang Cheng Yuan, mostrando come il suo lavoro sia il risultato di un’osmosi tra le culture artistiche di Oriente e d’Occidente. In particolare, l’opera che dà titolo alla mostra, Head for the flower season (Verso la stagione dei fiori), condensa alcuni degli aspetti centrali nella pittura di Huang, «a cominciare – scrive la curatrice Daniela Pronestì nel testo in catalogo – dal profondo legame con i luoghi che lo hanno visto nascere in una famiglia di contadini delle saline di Tainan, nell’isola di Taiwan. È in questa terra, tra campi infiniti, distese d’acqua e cieli di cristallo, che Huang ha conosciuto l’importanza del sacrificio e della dedizione osservando suo padre lavorare nei campi. Immagini impresse indelebilmente nella sua memoria, insieme al ricordo delle giornate trascorse da ragazzo a vagare tra gli estuari e le coltivazioni, sperimentando un sentimento del bello che ha contribuito a far germogliare il suo talento artistico». Dopo una prima formazione al Taiwan National Art College, dove si diploma nel 1991, Huang matura la scelta di trasferirsi negli Stati Uniti per studiare al Fontbonne College in Missouri e, così facendo, aprirsi alla “contaminazione” con altre esperienze artistiche. «Allontanarsi dal luogo d’origine – prosegue la curatrice – è stata la prima tappa del “pellegrinaggio” compiuto dall’artista per inseguire i propri sogni, trovando nella lontananza lo spazio mentale e fisico che gli ha permesso da un lato di ampliare i propri orizzonti espressivi grazie all’incontro con i valori estetici e culturali dell’Occidente, dall’altro lato di rinsaldare ulteriormente il legame con la terra natia, trasformandola simbolicamente in un tempio, in un luogo al contempo mitico e sacro». «Il periodo trascorso in America – dichiara Huang – è stato un punto di svolta nella mia vita artistica. Lì ho studiato disegno, pittura a olio e scultura. Ho incontrato persone di talento provenienti da diversi paesi, scambiando idee culturali e artistiche. Tutte queste cose hanno cambiato notevolmente il mio punto di vista, il mio stile e il mio atteggiamento nei confronti dell’arte». In particolare, l’incontro con l’arte occidentale lo ha portato ad abbracciare la tecnica del “non finito”, dello schizzo, dell’abbozzo, come linguaggio che a tutti gli effetti gli consente di sperimentare nuove possibilità espressive e nuovi materiali. «Quelle raffigurate da Huang Cheng Yuan – precisa Daniela Pronestì – non sono mai figure finite ma piuttosto abbozzate, con linee di contorno ora agili, fluttuanti e ariose, ora invece nervose, marcate e solide, la cui funzione non è soltanto quella di delimitare i volumi, ma è anche quella di configurarsi come una scrittura veloce, immediata, istintiva. Quelli che potrebbero sembrare nient’altro che studi di figura o semplici schizzi di idee estemporanee, sono a tutti gli effetti opere finite o, per meglio dire, opere che elevano il “non finito” ad un linguaggio in grado di suggerire, proprio grazie alla sua “incompletezza”, il divenire inteso come mutamento, movimento, scorrimento senza fine della realtà». Un sentimento di “impermanenza” dell’esistente che stabilisce un nesso di continuità con le radici culturali dell’artista e che si chiarisce e si consolida anche grazie al confronto con l’arte europea. «Avvicinarsi all’arte occidentale – scrive la curatrice – studiarla da vicino e nel profondo con l’obiettivo di comprenderne gli aspetti sia estetici che filosofici, è servito a Huang per maturare un senso della composizione e della figura disegnata capace di convivere con le qualità lineari della pittura ad inchiostro». Altrettanto importante è lo scambio vicendevole ed osmotico fra l’artista e il paesaggio naturale, quest’ultimo sempre presente nel suo lavoro non tanto come soggetto esplicito quanto invece come suggestione resa attraverso la consistenza ora liquida ora terragna del colore e la vitalità “organica” della linea di contorno. «Dipingere – conclude la curatrice – diventa così un tramite per assecondare il libero movimento dello spirito, per intercettare, tramite il pennello, il fluire stesso della vita, nel suo darsi e nel suo manifestarsi attraverso i ritmi e l’impermanenza della natura. Anziché rappresentare il mondo esterno, Huang punta a ricrearlo, diventando, a propria volta, nuvola che fluttua in cielo, acqua che scorre, vento che solleva le foglie. Si comprende allora perché nelle sue opere l’uso del pennello – con l’alternarsi di movimenti veloci o lenti, leggeri o pesanti, privi oppure provvisti di forza – serva non soltanto a suggerire passaggi e interruzioni, ritmi e cadenze dell’immagine dipinta, ma concorra anche a trasferire nell’opera la stessa dinamicità e transitorietà dei processi naturali».

L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 2 settembre alle ore 17 alla presenza di Artone Huang Cheng Yuan, della curatrice Daniela Pronestì, dei rappresentati delle due gallerie promotrici – Marta Babbini e Patrizio Basetti per Artistikamente e Jack Tsai ChiYu per King Space Gallery – e di Guido Betti della Fattoria Betti.

Nato nel 1968 a Shih Fen, nella contea di Tainan (Taiwan), Huang Cheng Yuan ha iniziato la propria formazione artistica al Taiwan National Art College, dove si è diplomato nel 1991, per poi completare gli studi al Fontbonne College in Missouri nel 1998. Rientrato a Taiwan, inizia la carriera di docente in diversi corsi universitari, portando avanti parallelamente un’intensa attività espositiva sia in Taiwan che in Cina, Corea, Malesia, Stati Uniti ed Europa (Germania), all’interno di gallerie d’arte, musei, centri culturali e fiere internazionali. Insignito di numerosi premi e riconoscimenti sia in patria che all’estero, Huang vanta la presenza delle sue opere in prestigiose collezioni museali in Taiwan (Chimei Museum Tainan; Museum of Fine Arts Kaohsiung; National Taiwan Museum of Fine Arts Taichung; Sun Yat-sen Memorial Hall Taipei) e in Cina (Duolun Museum of Modern Art Shanghai).

https://youtu.be/VUciAUNBrMw