Artista

VELIO FERRETTI

SURFACE 225, 2020

SURFACE 225, 2020

dimensioni: 60X60 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 021 , 2018

SURFACE 021 , 2018

dimensioni: 30x30 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 081, 2019

SURFACE 081, 2019

dimensioni: 90x60 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 101, 2019

SURFACE 101, 2019

dimensioni: 50x60 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 149, 2019

SURFACE 149, 2019

dimensioni: 50 x 50 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 219, 2020

SURFACE 219, 2020

dimensioni: 60X60 cm
Maggiori informazioni
EXIT , 2017

EXIT , 2017

dimensioni: 80 x 80 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 229, 2020

SURFACE 229, 2020

dimensioni: 40x40 cm
Maggiori informazioni
SURFACE 231 , 2020

SURFACE 231 , 2020

dimensioni: 60x60 cm
Maggiori informazioni
SURFACES 029 , 2019

SURFACES 029 , 2019

dimensioni: 60x60 cm
Maggiori informazioni
THE WALL , 2018

THE WALL , 2018

dimensioni: 56x116 cm
Maggiori informazioni
VELIO  FERRETTI

L’opera di Velio Ferretti si muove tra due opposti: l’indagine condotta in superficie, tra rilievi materici e densità cromatiche, e il superamento del confine imposto dalla bidimensionalità della tela. Nel primo caso, l’attenzione si concentra sulla “pelle” del dipinto, su tutto ciò che vive in superficie, sulle sensazioni tattili evocate dalla stratificazione di cemento, sabbia, colla e altri materiali, in un processo che aggiunge e armonizza tra loro voci diverse e altrettanto diversi stati interiori. Uno specchio, potremmo dire, della complessità dell’esistenza, del suo darsi e costituirsi attraverso l’accumulazione di esperienze, segni indelebili e tracce transitorie, memorie destinate a durare nel tempo e attimi impossibili da trattenere. Procedendo strato per strato, Ferretti compie un’operazione non dissimile da quella di un archeologo che ricompone i frammenti di un’integrità perduta, le reliquie di un vissuto riunite insieme e rigenerate nel corpo dell’opera. Da questo richiamo al “qui ed ora” della superficie, al mutarsi di materia e colore in una forma pulsante di vita, l’artista procede, in altre opere, seguendo un percorso inverso, e quindi togliendo dove prima aveva aggiunto o per meglio dire applicando sulla tela soltanto ciò che invita lo sguardo a superare il limite del supporto: una rete, un taglio, un effetto di luce, indizi di un confine da superare, di una mèta da raggiungere, di una ferita da rimarginare. Lavorare sottraendo, quindi, per arrivare all’essenza delle cose, al loro senso nascosto e profondo, ma soprattutto per compiere un viaggio dentro ed oltre il visibile, proprio attraverso ed oltre il corpo dell’opera.   

[Daniela Pronestì]

www.velioferretti.com